Franca Rame e Dario Fo
Biografia completa
1951
Teatro Odeon, Milano -
Sette giorni a Milano di Spiller e Carosso Rivista teatrale estiva. Tournée
Compagnia Nava-Parenti, tra gli altri Franca Rame e Dario Fo, che ha un successo
personale con il monologo Caino e Abele.
(Da un’intervista a Dario Fo tratta da
Fabulazzo Osceno :
"Non è vero, come dicono, che mi rivolgo soltanto agli intellettuali. Caso mai gli
intellettuali godono di una certa parte dello spettacolo mentre gli altri, i semplici,
s'accontentano dì una comicità più diretta divertendosi lo stesso. Quando agli inizi
della carriera recitavo i monologhi di Caino e Abele, c’era chi rideva solo per
ciò che vedeva e sentiva, per le variazioni di tono, per quel che c’era di grottesco,
per i modi di dire. I 'veloci di mente' si divertivano invece per il capovolgimento
della situazione, per la trasposizione del dramma biblico in favore di Caino. Caino
era l’uomo; l’altro era il santo. E io amavo più l’uomo imperfetto, con le sue rabbie
e i suoi dolori, che non Abele, saggio e infallibile. Fin dai tempi de
I Sani da legare e de
Il dito nell’occhio ho sempre odiato gli eroi dipinti, il pompierismo,
i personaggi tabù, gli intoccabili, le mummie sterilizzate della storia. E questa
simpatia per l’uomo con i suoi difetti è la chiave del mio teatro". Franca
è senz’altro la più affascinante tra le scritturate. Dario ne è fortemente attratto
ma nello stesso tempo si è convinto che non gli sia possibile entrare in lizza con
quell’agguerrito stuolo di corteggiatori che le ronzano intorno. Decide quindi di
adottare una tecnica di corteggiamento del tutto anomala: la ignora completamente.
Dopo qualche settimana, durante il periodo di prove dello spettacolo lei, piccata,
lo blocca dietro le quinte dell’allora teatro Colosseo, e gli stampa un gran bacio
sulla bocca. È facilmente immaginabile il completo stordimento di Dario causato
da quel gesto in contropiede, o contro-labbra! Da quel momento i due non si staccheranno
mai uno dall’altra.
(Da un’intervista a Dario Fo tratta da
Fabulazzo Osceno :
"Franca Rame, la ragazza bellissima, esuberante, corteggiata e dalla pelle di luna
che m’ha aspettato dietro le quinte di un teatro, m’ha attirato a sé, e m’ha baciato.
Non era che non mi fossi accorto di lei: era impossibile. Franca era di una tale
bellezza, che tutti ne erano pazzi. Per giunta, aveva un fidanzato, ed era continuamente
inseguita da nugoli di uomini disposti a qualsiasi sciocchezza per lei. Io non volevo
neppure mettermi in lizza. Mi dicevo: con tutti quei mosconi, neanche mi vede. Lavoravo
come un matto, non volevo pensare a lei. Anzi, se ci pensavo, mi dicevo: alt pericolo
fuggire via non girarsi neanche indietro per non diventare di sale! È stata lei
ad acchiapparmi. Quel bacio mi ha tramortito. Se ci penso, non mi sono ripreso neanche
adesso che sono passati più di trent’anni. Ci siamo sposati, per giunta, in chiesa.
A Sant’Ambrogio, con tanto di canti gregoriani e cerimonia solenne, commovente e
toccante. Prima di sposarmi, mi aveva anche lasciato un paio di volte. Una volta,
sembrava per sempre. Era diventata celebre, la chiamavano la Hayworth italiana,
Antonioni la voleva in Cronache di poveri amanti, l’avevano scritturata come soubrettona
in un varietà pieno di piume. E lei mi ha lasciato. E io ho pianto. E ho dovuto
aspettare che ci ritrovassimo di nuovo insieme ne
Il dito nell’occhio per riconquistarla".
Franca nella rivista con le Nava copre il ruolo di 'bellissima soubrettona' recitante.
La differenza tra soubrettine e soubrettone era che queste ultime, non avevano l’obbligo
di mettersi in ‘puntino’ (due fiori a coprire i capezzoli e un minuscolo slip simile
all’attuale tanga).
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a sinistra: copertina dell'edizione pubblicata dalla casa editrice Ottaviano del
testo di Poer Nano, il disegno è di Jacopo Fo
a destra: la prima copertina di Franca per il settimanale La settimana Incom
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Dario nello spettacolo, oltre a interpretare piccoli ruoli d’appoggio, esegue il
monologo
Il pòer nano ottenendo un buon successo. Viene così invitato dalla RAI a
partecipare alla trasmissione radiofonica
Chicchirichì con Franco Parenti. Raggiunge una certa notorietà recitando
i suoi monologhi in chiave satirico-grottesca su protagonisti legati alla tradizione
popolare sia della Bibbia che di opere liriche. Realizza in grottesco le storie
di Caino e Abele, Sansone e Dalila, Abramo e Isacco, Giulietta e Romeo, Mosè, Otello
e altri. Questo suo nuovo linguaggio sovverte i rapporti della retorica narrativa
"ufficiale". È l'inizio di un lavoro che più tardi sarà sviluppato in
Mistero Buffo (video)
con rivisitazioni della storia e intromissioni nella leggenda popolare. In questo
periodo Dario fa conoscenza con la censura. Le sue esibizioni vengono bloccate:
i dirigenti Rai alla diciottesima puntata, si accorgono della satira sociale e politica
che scaturisce da queste apparentemente candide storie. Dopo un anno dalla censura
di
Poer nano, (video)
la Rai ci ripensa e offre a Dario Fo la possibilità di tornare a partecipare a Chicchirichì,
ma questa volta i testi non saranno scritti da lui, bensì da altri due autori, Simonetta
e Zucconi: Dario collaborerà, ma senza apparire. Il personaggio del monologo che
dovrà eseguire si chiama Gorgogliati, un impiegato succube del capoufficio e di
chicchessia, che senza dignità alcuna si trova sempre d’accordo col pensiero di
ognuno e che di conseguenza passa imbelle e adulatorio da un'opinione ad un’altra
completamente opposta. Anche questa volta il successo è notevole.
1952
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fotografia del film "Lo sai che i papaveri" con Walter Chiari e Franca Rame
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fotografia della rivista "I fanatici" della Compagnia Teatrale Billi e Riva: partecipa
anche Franca Rame
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Roma, film
Lo sai che i papaveri (video)
di Marcello Marchesi con Walter Chiari e Franca Rame.
Milano, Teatro Odeon rivista teatrale
Cocoricò con Vichy Anderson, Dario Fo e Giustino Durano ed altri.
Lo spettacolo, dato il grande successo, durante la stagione invernale sarà portato
in tournée.
Settembre/Maggio - Milano, Teatro Nuovo, rivista Billi e Riva in
I fanatici di Marchesi e Mez, musiche di Kramer. Tournée. Franca Rame fa
parte della Compagnia, scritturata dall’impresario teatrale più importante d’Italia,
Remigio Paone.
1953
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Ragazzi in gamba, 1953
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Ragazzi in gamba, trasmissione televisiva RAI 1 con Dario Fo e Giustino
Durano per la regia di Claudio Fino. Il programma per ragazzi va in onda per dieci
puntate. Fo con Franco Parenti e Giustino Durano scrive, dirige e interpreta questo
spettacolo satirico, musicato e mimato. Sue sono anche le scene e i costumi. Il
famoso maestro di mimo Jacques Lecoq, allora giovanissimo, collabora allo spettacolo
curandone le pantomime.
(Da un’intervista a Dario Fo tratta da Fabulazzo Osceno
Kaos Editore):
"Ai critici devo molto. All’inizio no, se devo essere sincero. All’inizio a capirmi
sono stati in due. Non dico due tanto per dire un numero. No, sono stati veramente
due. Due, su una buona trentina. Dopo invece no. Dopo Il dito nell’occhio, sono diventati quattro. Cioè, mi spiego. Quattro a
Milano. A Milano sono stati quattro ad accorgersi del Dito nell’occhio e a parlarne
bene. Qualcuno poi è tornato a rivedere lo spettacolo quindici giorni dopo e ha
riscritto il pezzo ammettendo di avere sbagliato. Così, dopo tre mesi consecutivi
a Milano, nelle altre città c’è stato un osanna generale. L’anno dopo hanno fatto
un passo indietro. Si sono rimangiati quello che avevano scritto in precedenza.
Non parlo dei critici di Milano, né di quelli di Torino o di Genova: l’attacco è
cominciato da Firenze in giù e credo per motivi politici. Era come se la stessa
velina girasse per le redazioni dei giornali. Lo dico tranquillamente: non sarebbe
possibile in altro modo spiegare la rassomiglianza degli articoli. Ai critici, dicevo,
devo molto. Senza di loro sarei rimasto forse in certi limiti. Questa polemica a
palleggio, il continuo dire sì e no, mi sono serviti moltissimo. Ma la spinta vera
è venuta dal pubblico. Se il pubblico non avesse detto di sì sarei andato all’aria.
Oggi non esisterei. Che poi la critica si sia accorta della sua gaffe e correggendo
le sue posizioni mi sia stata di aiuto è un’altra faccenda. Ma per noi, per me,
per Durano, per Parenti, la base di tutto è stato il pubblico."
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Alcune immagini di scena de Il dito nell'occhio in cui si vedono Fo, Durano e Parenti
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Il successo è straripante.
Il dito nell’occhio viene replicato per ben 3 mesi consecutivi al Piccolo
Teatro di Milano, quindi inizia una lunga tournèe per tutta Italia a cui partecipa
anche Franca Rame, tournèe che raccoglie grande attenzione, applausi e approvazione
da parte della critica dei quotidiani democratici, ma anche attacchi feroci da parte
di quelli filo-governativi e palesemente reazionari.
Ecco, per fortuna in ritardo, arrivare l’intervento del controllo governativo, ecco
che scatta la censura nella forma più subdola, si fa l’impossibile per bloccare
la tournèe, con il risaputo espediente di creare difficoltà nel reperire teatri,
specie quelli gestiti dall’ETI, Ente Teatrale Italiano di Stato, che aveva il compito
di 'sostenere' le compagnie di giovani e di avanguardia, invece le boicottava.
Il Ministero dello spettacolo al tempo, era diretto da Giulio Andreotti. Pur di
mandare all’aria la tournèe, vengono impiegati anche attivisti cattolici: i fedeli,
con cartelli affissi sulle porte delle chiese, sono invitati a non assistere alla
rappresentazione, prassi che perseguiterà per molti anni la Compagnia Fo-Rame. Nonostante
tutto, la tournèe, pur dovendo superare notevoli disagi, riesce a svolgersi con
grande successo.
Durante la tournée viene proposto a Franca un ruolo nel film
Senso con Alida Valli, di Luchino Visconti. Nessuno saprà mai il perché,
alla fine Franca non si sia sottoposta al provino, oltre tutto Visconti era pure
un amico. Il ruolo offertole e rioffertole venne alla fine dato a Marcella Mariani,
bellezza ben diversa da quella di Franca, bruna, occhi azzurri. Interessante riflettere
su quanto è successo dopo, a film terminato. In occasione della prima Marcella Mariani
parte in aereo per Bruxelles. Se Franca avesse interpretato quel film, ci sarebbe
dovuta salire lei su quell’aereo. L’aereo è precipitato. Non s’è salvato nessuno.
1954
Milano - Piccolo Teatro:
I sani da legare con Fo, Parenti e Durano. Anche questo spettacolo satirico
dovrà affrontare le stesse difficoltà incontrate da Il dito nell’occhio: critiche feroci dalla destra, tentativi censori drastici
e perentori da parte della Dc ai quali si rimediava usufruendo della gestualità
e inserendo l’uso della pantomima evitando così i dialoghi censurabili. Anche questa
volta si otterrà un notevole trionfo di pubblico. Durante la tournèe invernale la
Compagnia porta in giro per l’Italia con
I sani da legare anche Il dito nell’occhio. A questa seconda edizione Franca non partecipa.
Causa? Il matrimonio con Dario e l’attesa di un bimbo.
24 giugno - Milano - Franca e Dario si sposano nella Basilica di
Sant'Ambrogio.
(Fo ne
Gli arcangeli non giocano al flipper del 1959 farà dire al protagonista:
"...sposato in chiesa per accontentare madre di lei molto credente").
Il 31 marzo del 1955 nasce a Roma il figlio della coppia: Jacopo.
Dopo tre mesi e mezzo di repliche con I sani da legare al Piccolo Teatro di Milano, si parte per la tournèe, prima
nel nord Italia per poi raggiungere Roma. Franca, come abbiamo già detto, aspetta
un bimbo che nascerà proprio nella capitale alla fine della tournèe.
Dario e Franca si trasferiscono a Roma, attirati dalla possibilità di fare cinema.
Dario lavora come sceneggiatore 'gag-man' con Age, Scarpelli, Scola, Pinelli, per
la Ponti-De Laurentis e altre produzioni. Franca interpreta una decina di film,
cosiddetti 'di cassetta'.
Il 31 marzo nasce alla Clinica Salus di Roma Jacopo
che pesa quasi 4 chili. Franca e Dario decidono di trasferirsi stabilmente a Roma.
Acquistano un appartamento in via Nomentana.
Nel 1955 Fo scrive il soggetto cinematografico de
Lo svitato (video)(di
cui Cesare Zavattini è entusiasta), film che interpreterà con Franca Rame, per la
regia di Carlo Lizzani. Alla stesura della sceneggiatura collaborano Fulvio
Fo, Bruno Vailati e professionisti del calibro di Carlo Lizzani, Augusto Frassinetti,
Massimo Mida. In autunno iniziano le riprese del film.
1956
Il 2 marzo nelle sale cinematografiche esce Lo svitato. La pellicola racconta di un apprendista reporter-fotografo pieno
di energia, che concepisce il dar notizia come una gara di intraprendenza e rapidità.
Fin dal suo risveglio si mette in moto correndo, superando tram, gettandosi a capofitto
giù per le scale, distribuendo comunicati stampa con rapidità inaudita. Fanatico
dell’efficienza, sempre alla ricerca dello scoop, perennemente in agguato per scoprire
fatti di cronaca straordinari in una specie di sequenza spasmodica ed ossessiva.
Si innamora di due ragazze allo stesso tempo. Tutto è sorretto da una fantasia surreale
con riferimenti continui alla cronaca e alla satira politica e di costume. I giovani
apprezzano il tema e l’azione paradossale che il film esprime, ma la maggior parte
degli spettatori non è abituata a quel linguaggio. Di fatto, la proiezione del film
si risolve in un insuccesso. Ma dopo una decina d’anni ecco che la pellicola viene
riproiettata dalle cineteche e dai circoli culturali di tutta Europa, viene trasmessa
più volte anche in televisione.
Dario Fo firma un'altra sceneggiatura, con Fulvio Fo, Augusto Frassinetti, Massimo
Mida, Bruno Vailati, Carlo Lizzani: Le bizzarre avventure di Achille, fattorino che
sogna di diventare un reporter. La regia ancora una volta è di Carlo Lizzani.
Gli interpreti sono Dario Fo, Franca Rame, Giorgia Moll, Leo Pisani, Alberto Bonucci,
Franco Parenti, Giustino Durano. Il giovane Achille è uno strano fattorino che nutre
però grandi ambizioni: il suo sogno, infatti, è quello di diventare un famoso giornalista.
Ma, svitato com'è, finisce addirittura con il farsi coinvolgere in uno sgangherato
piano per rubare alcuni cani di razza. Una insolita e divertente commedia, firmata
da un grande regista come Carlo Lizzani, che mette in luce tutto il talento comico
di Dario Fo, perfetto nella parte dello stralunato fattorino, qui affiancato da
una splendida Franca Rame e da attori di razza, come Franco Parenti nella parte
del mostro dell'Emilia e di Giustino Durano.
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Il 28 giugno Franca e Dario si trasferiscono momentaneamente a
Milano per realizzare una trasmissione radiofonico dal titolo
Non si vive di solo pane in dodici puntate. È un tentativo di ricucire il
gruppo Durano-Fo-Parenti. I tre sono autori dei testi, oltre che interpreti dei
dialoghi. Naturalmente, Franca partecipa come prima attrice, regia di Giulio Scarnicci,
musiche di Fiorenzo Carpi.
Dopo Non si vive di solo pane Dario e Franca rientrano a Roma. A Dario è stato
offerto dalla Ponti-De Laurentis un contratto per 2 anni, come sceneggiatore per
alcuni film, tra i quali Le chiacchierate e Nata di marzo, di Antonio
Pietrangeli. Tra gli sceneggiatori c’è lo stesso Pietrangeli, Tullio Pinelli, già
stretto collaboratore in tutti i film di Federico Fellini, Age, Scarpelli e altri.
Bolzano - Teatro Stabile - Franca viene scritturata con il grande attore Memo Benassi
per interpretare Gonerilla nella tragedia shakespeariana Re Lear. La regia
è curata da Fantasio Piccoli, direttore dello Stabile. L’opera non andrà in scena
per sopraggiunta grave malattia di Benassi.
1957
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Locandina di
"Amarti è il mio destino"
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Locandina di Rashel-fifi
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Servizio di copertina
dedicato a Franca Rame
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Durante quest’anno, Franca interpreta alcuni film, così detti, 'di cassetta'.
Amarti è il mio destino, film con il cantante Narciso Parisi, Lyla Rocco
e Franca Rame Regia di Ferdinando Baldi. Caporale di giornata, film a episodi
con Maurizio Arena e Franca Rame per la regia di Carlo Ludovico Bragaglia. Rascel-fifì film con Renato Rascel, Franca Rame e Dario Fo. Regia di Guido
Leoni. Ricordiamo inoltre La zia d’America va a sciare e Amore a quattro dimensioni diretto da Massimo Mida.
Dario Fo e Guido Leoni scrivono il soggetto cinematografico:
I balordi.
Roma, Teatro Arlecchino -
Tutto il mondo ride Compagnia T58. Quattro atti unici di cui
Non andartene in giro tutta nuda" di Feydeau interpretato da Franca
Rame, Gianni Bonagura, Gianni Agus, Valeria Moriconi, Giusi Dandolo, Carlo Hinterman
e altri. Successo personale di Franca.
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Franca Rame con Raffaele Pisu e Antonella Steni in "Tre e simpatia"
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Milano, Teatro Olimpia.
Tre e simpatia di Amurri-Faele-Zapponi Rivista teatrale estiva con Franca
Rame, Raffaele Pisu e Antonella Steni.
Dopo il notevole successo di Franca al Teatro Arlecchino di Roma, rinasce nella
coppia Rame-Fo il desiderio di tornare a recitare in teatro per dare vita ad un
nuovo spettacolo di atti unici. Dario scrive alcune farse surreali da allestire
con un numero ristretto di attori con pantomime e canti.
Vendono la casa di Roma e tornano a Milano decisi a formare la loro compagnia,
Compagnia Fo-Rame di cui Dario è autore, attore, regista, scenografo e costumista.
Da questo momento Franca sarà la principale collaboratrice e interprete dei testi
di Fo e inoltre si accollerà il compito di organizzatrice dell’impresa. Pia, sorella
di Franca, si occuperà della realizzazione dei costumi, Enrico Rame e Fulvio Fo,
dell’organizzazione e amministrazione: "tutto in famiglia" come ai bei tempi della
Commedia dell’Arte o, se preferite, della Famiglia Rame.
Milano, Piccolo Teatro dal 6 giugno al 3 settembre: Ladri, manichini e donne nude, quattro atti unici:
- L'uomo nudo e l'uomo in frack
- Non tutti i ladri vengono per nuocere
- Gli imbianchini non hanno ricordi
- I cadaveri si spediscono e le donne si spogliano
. Le quattro
storie si avvalgono del classico gioco dell’equivoco, scambi di persone, scale infinite
che attraversano la scena e gags clownesche.
Il 10 dicembre, in collaborazione con il Teatro Stabile di Torino
va in scena Comica finale, quattro atti unici:
- Quando sarai povero sarai re
- La Marcolfa
- Un morto da vendere
- I tre bravi. Brevi storie comiche, simili a quelle che la
Famiglia Rame recitava alla fine dei suoi drammoni, le 'comiche finali' appunto.
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Fotografie di scena di "Comica finale"
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1958
Dario e Franca, terminato il contratto con lo Stabile, rilevano scene e costumi
e portano lo spettacolo in tournée alternandolo con Ladri, manichini e donne nude con la loro Compagnia per altri 6 mesi. A
tormentone riprende il solito boicottaggio governativo e dell’ETI (Ente teatrale
italiano, che, come già abbiamo detto, ma non è mai male ricordarlo, dovrebbe appoggiare
la nascita di compagnie di giovani autori), di conseguenza difficoltà a trovare
teatri disposti ad ospitarli. Paolo Grassi, ancora direttore del Piccolo Teatro,
viene in loro aiuto offrendo alla Compagnia Fo-Rame il Gerolamo di Milano, magnifico
teatro 'all’italiana' dei primi dell’800 di soli 200 posti e con palchi, teatro
dove solitamente si rappresentavano spettacoli di marionette. Tra varie difficoltà
la tournèe termina il 3 giugno. Con
Comica finale ottengono un successo strepitoso, tanto che il proprietario
del più importante Teatro di Milano, l’Odeon, il comm. Papa, entusiasta, offre loro
l’apertura della stagione successiva.
Dati statistici: Repliche di Ladri, manichini e donne nude: 76,
Comica finale: 114, per un totale di 190 spettacoli, compresi i matiné
e i lunedì (allora non esistevano i riposi settimanali).
1959
Dario Fo interpreta per Rai 1
Monetine da cinque lire, commedia in due atti di Paolo Emilio D’Emilio in
cui Dario Fo interpreta il personaggio di Andrea Monzelli, un impiegato un po’ sfortunato
perseguitato da quattromila monetine. Fo introduce nella storia le 'gags' del suo
inesauribile repertorio e caratterizza a tal punto il suo personaggio e le situazioni,
da superare con la mimica e col gioco dei toni le battute del testo, ottenendo così
ottimi consensi da parte della critica.
Dario Fo scrive
Il 999° dei mille: atto unico, che viene rappresentato a Milano il 20-9-59
al Teatro-circo Il Globo realizzato da Galassi Beria.
Dario Fo scrive, dirige e interpreta con Franca Rame
Gli arcangeli non giocano a flipper, commedia in tre atti ispirata a un
racconto di Augusto Frassinetti. La commedia debutta l’11 settembre al teatro Odeon
di Milano e parte poi una tournèe per tutto l’anno seguente. È un successo a livello
nazionale. La compagnia Fo-Rame è in testa agli incassi teatrali italiani: 192 repliche
con una media giornaliera di quasi 500 spettatori. Riceve 192 denunce per non aver
rispettato i tagli effettuati dalla censura, dopo la prova generale, ma stranamente
non vi è alcuna conseguenza. Percorsi durante la stagione 8.153 Km!
Durante la tournée Fo scrive la Storia vera di Pietro D'angera, che alla crociata non c'era.
Una volta rientrato a Milano decide di metterlo in scena, ma in quel periodo lavora
all’Odeon, un teatro che manca di soffitto. Si tratta quindi di un luogo in cui,
a incominciare proprio dal volo di Piero, non si possono realizzare un notevole
numero di situazioni sceniche. La commedia inoltre esige un numero di attori superiore
a quello della compagnia di quel periodo (sono in dieci e ne servono almeno altri
tredici), senza contare l’impossibilità di realizzare i pupazzi, i mascheroni e
le macchine per i vari trucchi viste le loro scarse possibilità economiche.
Fo decide quindi di abbandonare il progetto e accantona l’opera stessa che verrà
realizzata molti anni più tardi solo da altre compagnie con notevole successo.
1960
Dal 2 settembre 1960 - al 26 marzo 1961 -
Al Teatro Odeon di Milano va in scena:
Aveva due pistole con gli occhi bianchi e neri commedia in tre atti di Dario
Fo. Storia ispirata dal famoso caso "Bruneri e Canella" lo smemorato di Collegno.
Dati statistici: rappresentato in 50 piazze, repliche: 206, media: 450 spettatori
a recita, incasso lordo: £. 117.340.860.
Altre compagnie teatrali di tutta Europa mettono in scena Gli arcangeli non giocano
a flipper, a Zagabria, Varsavia, Parigi, Praga riscuotendo sempre grande
successo di pubblica e critica.
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Foto di scena di "Chi ruba un piede è fortunato in amore"
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1961
Mentre Dario e Franca stanno terminando il loro tour in Italia con Aveva due pistole
con gli occhi bianchi e neri, va in scena a Parigi, Svezia e Polonia Comica finale
e Ladri, manichini e donne nude.
8 settembre / 25 febbraio - Milano - Al Teatro
Odeon debutta:
Chi ruba un piede è fortunato in amore. Tournée.
Dati statistici: repliche 172, piazze 28, media presenze 461, incasso 107.742.262.
1962
10 maggio -
RAI 2 - Chi l'ha visto? 6 puntate, rivista televisiva con Fo-Rame e altri.
Ottobre - Visto il grande successo televisivo lo stesso anno viene
affidata alla coppia Rame-Fo la conduzione di
Canzonissima, [video
sigla di apertura] lo show [video
sigla di chiusura] del sabato sera, la trasmissione più importante
della televisione italiana. L’11 ottobre va in onda la prima puntata.
Gli sketch di Fo diventano un caso nazionale, scatenando violente polemiche. Nello
spettacolo si trattano problemi legati alla vita reale come le malattie professionali
dell’intera famiglia di una casellante, i muratori che perdono la vita precipitando
dalle impalcature e così via. Per la prima volta in televisione si odono pronunciare
parole come
'morti bianche', 'serrata', 'sciopero', 'mafia'. La novità lessicale provoca delle vere e proprie levate di
scudi di politici indignati.
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Escono articoli stigmatizzanti che chiedono la testa degli scellerati responsabili
del programma: volano accuse di oscenità politica. In particolare riguardo uno sketch
sulla mafia nel quale una donna siciliana racconta in modo apparentemente paradossale
ad un giornalista il susseguirsi di ammazzamenti di sindacalisti, contadini, cronisti
troppo curiosi, che a cadenza ad orologeria vengono eliminati, con esplosioni che
vanno all’unisono col battere delle ore.
Il gioco satirico determina il finimondo: vengono presentate alcune interrogazioni
parlamentari. Malagodi, senatore liberale, interviene alla Commissione di Vigilanza
sulla Televisione del Parlamento Italiano, protestando perché: "Si insulta l'onore
del popolo siciliano sostenendo l'esistenza di un'organizzazione criminale chiamata
mafia!". Indignato prende anche la parola il cardinale di Palermo, che
assicura: "In Sicilia la mafia non esiste, non è un’organizzazione criminale ma
si tratta di normale criminalità estemporanea".
La coppia Fo-Rame riceve anche
minacce di morte scritte col sangue e la tipica bara di legno in miniatura
e minacce di sequestro ed eliminazione per il figlio Jacopo di 6 anni, che da quel
momento vivrà sotto scorta della polizia.
Il successo popolare del programma è incredibile.
La direzione della RAI, sotto la pressione dei politici più reazionari che paventano
un effetto di quell’informazione satirica continua, inizia a dimostrare un certo
nervosismo preoccupato e, nonostante i testi siano già stati approvati mesi prima
dal direttore generale Pugliesi, si decide di revisionare l’intero copione: canzoni,
sketch e battute che alludano, se pur in modo blando, a fatti di cronaca e ad azioni
politiche vengono drasticamente eliminati. Pugliesi viene defenestrato e al suo
posto arriva Ettore Bernabei.
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sopra: il biglietto di una bimba di 8 anni che chiede l'autografo e si dichiara
dispiaciuta per la chiusura della trasmissione
a destra: Dario Fo, Franca Rame e Walter Chiari al dibattito pubblico dopo l`abbandono
di Canzonissima. Walter Chiari ha accettato di sostituire la coppia nella conduzione
della trasmissione, ma alla fine del dibattito decide di ritirarsi
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Poche ore prima dell’andata in onda dell’ottava puntata, la direzione RAI comunica
il taglio di tre sketch seppur già approvati dal Dott. Pugliesi. I Fo non accettano
la censura. Inizia un braccio di ferro.
I Fo, propongono, durante un incontro con i dirigenti televisivi, di sospendere
l’emissione per una settimana, adducendo come pretesto una malattia di Dario Fo.
I dirigenti Rai sono irremovibili: “Non accettiamo.” E velatamente minacciano pure:
"Persistendo nella vostra decisione di non andare in onda senza i tre sketch incriminati
e interrompere il programma, rischiate di avere una denuncia per danni e anche possibile
arresto. O si va in onda con i tagli o niente!".
I Fo, dopo un incontro con i loro i loro avvocati e una notte in bianco a discutere
tra loro, decidono di seguire le decisioni dei legali: non accettare tagli. Comunque
si presentano sul posto di lavoro, attendono in camerino del Palazzo della Fiera
dove si registrava, truccati e vestiti, la decisione RAI che arriva a 15 minuti
dall’inizio della trasmissione. Dopo la sigla d’apertura un’annunciatrice comunica
il loro abbandono. All’uscita del Palazzo della Fiera, una gran folla di spettatori
li attende. Manifestazioni e attestati di solidarietà sono espressi in centinaia
e centinaia di telegrammi e lettere. (video)
La RAI tenta di sostituire la coppia ingestibile Fo e Rame con altri presentatori
più disposti al compromesso, ma non riesce, poiché tutti gli attori italiani e stranieri
tra i quali Yves Montand, rifiutano l’atto di crumiraggio.
Si arriva all’azione legale: nei primi due processi i giudici danno ragione alla
coppia Fo-Rame e impongono alla RAI di retribuire le puntate che vengono saldate.
Si giunge al terzo processo: il tribunale rimanda il tutto alla Cassazione. Quindi,
c’era da aspettarselo, il tribunale superiore rovescia il decreto e dà ragione alla
RAI e torto alla coppia Fo-Rame: i due attori dovranno restituire i denari ricevuti
e rimborsare pure i danni subiti dall’Ente Rai.
Franca e Dario si fanno una bella risata e restituisco un bel niente. La RAI tace.
Per 16 anni la coppia sarà totalmente esclusa dai programmi radiofonici e televisivi,
passassavano solo i Caroselli. Persino l’annuncio del debutto di una nuova commedia
in teatro viene censurato, così come le recensioni. Neanche quando un cantante si
trova a presentare una canzone in cui l’autore è Dario Fo. Morti, Rame e Fo sono
morti.
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disegno realizzato da Dario Fo per "Gli amici della battoneria"
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1963
Per il Teatro Municipale di Modena Fo realizza un adattamento e la regia de
Gli amici della battoneria, una commedia di Marcel Achard (riadattamento
di Fo dal testo originale francese) con la Compagnia autonoma Ditta: Elena Cotta
e Carlo Alighiero. Partecipano alla commedia anche Pia Rame e Gigi Pistilli.
La commedia verrà presentata in 14 piazze con 32 repliche registrando un incasso
lordo di L. 92.620.083.
Dal 6 settembre - Milano, al Teatro Odeon va in scena la nuova
commedia scritta da Fo durante l'estate:
Isabella, tre caravelle e un cacciaballe (video).
Questa opera satirica frutto di ricerche documentate sulla grande impresa di Cristoforo
Colombo, sulle difficoltà incontrate nell'allestimento della spedizione e sui compromessi,
sulle scaltrezze messe in atto dallo scopritore e di contro dalla corte di Spagna,
dai consiglieri regali, spesso legati al mondo clericale locale e romano.
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Si tratta dell'inizio di una vasta inchiesta storico-politica che si estenderà per
lunghi anni sulla storia e sui 'dogmi' della cultura dominante e le relative lotte
dei sottomessi nel tentativo di arginare la costante sopraffazione del potere. Lo
spettacolo, fortemente demistificatore della 'storia scolastica' e della retorica
militarista e patriottica, viene duramente contestato da destra; durante la tournèe
Dario e Franca, a Roma, vengono aggrediti, all'uscita del Teatro Valle, da un gruppo
di fascisti, e in altre città, come azione di disturbo, arrivano telefonate durante
gli spettacoli che annunciano l'imminente scoppio di una bomba. Solo la presenza
di gruppi di operai, studenti e militanti della sinistra garantisce che le rappresentazioni
continuino.
Helsinki (Finlandia) viene messo in scena
Chi ruba un piede è fortunato in amore dalla Compagnia del Lilla Theater
con la regia di Fo, direttrice dell'equipe Vivica Bandler.
1964
4 settembre - Milano - Teatro Odeon:
Settimo: ruba un po' meno! (video)
Scritto per Franca, con tanto di dedica nel frontespizio, che ne è la protagonista
nel ruolo di una becchina un po' stramba che per un equivoco paradossale sogna di
poter vestire i panni una prostituta.
È uno spettacolo fortemente provocatorio e carico di una satira graffiante che anticipa,
con una denuncia minuziosa, la corruzione italiana, trent'anni prima della rivoluzione
di 'Mani Pulite'.
1965
Dopo soli tre mesi (il tempo di scrivere una nuova commedia) la compagnia debutta
sempre al Teatro Odeon di Milano con
La colpa è sempre del diavolo. Commedia ambientata nella Milano medioevale
dei Visconti, con scene truculente di ammazzamenti contrappuntate da Sabba, con
diavoli, nani diabolici e streghe. È la storia di una cialtrona, imbrogliona e fattucchiera
di nome Amalassunta che finge di essere una strega per sbarcare il lunario e compie
raggiri e estorsioni ai danni di contadini. Quando Amalassunta viene processata
per stregoneria, per salvarsi sarà costretta a farsi indemoniare del famoso satanasso
nano, Brancaleone che conquista il diritto di alloggiare nel suo corpo. Dati sulla
tournèe: toccate ben 41 città d'Italia; 60 milioni di incasso con un'affluenza di
circa 42.000 spettatori.
1966
Fo realizza una regia al Teatro Municipale di Modena
Gli amici della battoneria di Marcel Achard (riadattamento di Fo dal francese)
per la Compagnia Cornica Elena Cotta e Carlo Alighiero. Prima nazionale: 25 gennaio.
Prima pubblicazione delle opere di Dario Fo della
Casa Editrice Einaudi. Il volume dal titolo Le commedie di Dario Fo
comprende le seguenti commedie:
Gli arcangeli non giocano a flipper,
Aveva due pistole con gli occhi bianchi e neri,
Chi ruba un piede è fortunato in amore,
Isabella, tre caravelle e un cacciaballe,
Settimo: ruba un po' meno,
La colpa è sempre del diavolo.
La nota introduttiva è stata curata dal critico teatrale Franco Quadri.
Per Franca anno sabbatico: terminata la turnèe di
La colpa è sempre del diavolo sospende l'attività di attrice per poter seguire
Jacopo e le nipotine Gaia ed Enrica, che vivono con lei e Dario, nel passaggio dalla
V elementare alla prima media. Tutti promossi.
La Compagnia teatrale Rajko Radojkovic mette in scena Settimo: ruba un po' meno
in Slovenia.
Nanni Ricordi forma una compagnia di cantori popolari e Dario dirige l'allestimento,
oltre che le scene e i costumi.
Il 26 aprile a Milano, al Teatro Manzoni; in prima nazionale, va
in scena
Ci ragiono e canto (n° 1°).
Lo spettacolo presenta canzoni ispirate alla tradizione popolare, in collaborazione
con il Nuovo Canzoniere Italiano, su materiali raccolti e curati da Gianni Bosio,
rielaborati da Fo e da Giovanna Marini. Gli interpreti (operai, studenti e quattro
contadini sardi, "I Galletti di Gallura"), oltre che nel canto, si esibiscono in
pantomime e azioni sceniche che sostengono il racconto musicale. Grande successo
e tournèe (debutto a Torino il 16 aprile).
1967
15 settembre - Milano, Teatro Manzoni:
La Signora è da buttare! (video)
commedia musicale, feroce satira grottesca ambientata in un grande circo equestre
dove si racconta la storia degli Stati Uniti, con guerre, stragi di mafia e ammazzamenti
di Presidenti, giocato da clown, acrobati, domatori, donne cannone, danzato con
il sostegno di un'orchestra in scena, cantante Oscar Prudenti. Nella commedia, insieme
all'equipe di Franca e Dario, recita un'autentica compagnia di clown, i famosi Colombaioni.
A Siena Dario Fo, alla fine dello spettacolo viene caricato su una camionetta della
polizia e portato in questura per non aver rispettato i tagli di censura. Tutto
il pubblico presente in sala, circa mille persone si porta, con Franca, sotto il
comando di polizia: dopo due ore, Dario sarà rilasciato. Tournèe.
1968
Terminata la tournèe in Italia, la Compagnia Fo-Rame porta
La Signora è da buttare! a Stoccolma (Svezia) e il 24 agosto a Bruxelles
al Theatre National du Belgique durante il
Festival del Teatro Nazionale di Spa.
La commedia viene inoltre messa in scena in Danimarca, l'8 e il 9 maggio, dalla
Compagnia Fo-Rame al Teatro
"Det Kongelige" di Copenhagen.
Dopo l'invasione russa della Cecoslovacchia, Dario Fo, in solidarietà con la popolazione,
rifiuta di concedere l'autorizzazione a rappresentare i suoi testi a Praga e nell'intera
nazione. Blocca inoltre la messa in scena de
La Signora è da buttare! e altre sue opere teatrali in Unione Sovietica
per le manipolazioni censorie inaccettabili, proposte dai dirigenti culturali sovietici.
Durante l’estate, sulla spinta degli avvenimenti politici di quegli anni, Dario
e Franca decidono di cambiare completamente l’impianto organizzativo e strutturale
del proprio impegno teatrale. Dopo aver condotto una vasta inchiesta presso le organizzazioni
operaie, le Università e nell’ambiente contadino, i due attori capocomici decidono
di sciogliere la loro compagnia, rompono con l’ETI (Ente Teatrale Italiano) che
aveva in mano tutti i Teatri d’Italia, ma non favoriva di certo la coppia Fo-Rame.
Rinunciano ai Teatri “ufficiali” e fondano l'Associazione
Nuova Scena, composta da oltre quaranta giovani tra attrici, attori e tecnici;
un Collettivo teatrale indipendente che gira l'Italia presentando testi in un linguaggio
e messa in scena completamente nuovi, il tutto davanti a un pubblico popolare e
operaio, in locali come Case del popolo, Palazzetti dello sport, cinema, bocciodromi,
piazze. L’esigenza più sentita era quella di coinvolgere una gran parte di persone
che normalmente non si avvicinava al teatro, Nuova Scena propose un’alternativa:
era ora che il teatro andasse da loro.
In quel contesto cambiava anche il tipo di rappresentazione, ora si portavano in
scena temi che trattavano della vita quotidiana di operai, contadini e di quegli
studenti che da questa classe provenivano e che avevano deciso di offrire tutto
il loro sostegno.
Tutto quel pubblico, quella gente, erano i loro nuovi committenti: essi chiedevano
di sentir parlare della propria storia, dei propri problemi, non certo per mero
desiderio di protagonismo ma per meglio capire la realtà attraverso un’informazione
possibilmente ironica e grottesca.
E' la prima volta che si organizzano spettacoli in strutture che non siano teatri.
Non esitevano service che noleggiassero palchi e impianti luce e fonici e quindi
Dario e Franca costruiscono un palcoscenico smontabile su due piani con torrette
per i riflettori. Girano con due camion e i circoli Arci che organizzano gli spettacoli
si impegnano a fornere l'aiuto di venti persone per montare e smontare il palcoscenico.
I due capocomici mettono anche a disposizione del collettivo tutto il loro materiale
messo insieme in venti anni di lavoro: costumi, luce e fonica.
25 ottobre - "Nuova Scena" debutta alla Casa del popolo di San
Egidio (Cesena) con
Grande pantomima per pupazzi piccoli e medi. La commedia traccia, attraverso
numerosi marchingegni montati su una semplice pedana di legno e ferro di stampo
elisabettiano d’invenzione di Fo, la storia d’Italia attraverso le sue mille avventure
e soprattutto disavventure dal periodo della monarchia, del successivo referendum,
fino ai giorni nostri, seguendo tutti i molteplici rapporti che il nostro paese
ha avuto con la politica, la televisione… (dalla rivista “Il Cinematografo”). Lo
spettacolo verrà portato anche alla Camera del lavoro di Milano e in tournèe.
Giancarlo Pajetta dopo aver assistito allo spettacolo disse a Dario: “Parla meno
Fo!”
Con l’amico Jannacci Fo scrive il testo di una canzone destinata a diventare popolarissima:
Vengo anch’io? No, tu no! E nello stesso anno cura per lui uno spettacolo
intitolato 22 canzoni, da cui è tratto l’LP Enzo Jannacci in teatro,
con numerosi pezzi scritti a quattro mani, tra i quali L’Armando, Aveva un taxi
nero, Veronica, Il primo furto non si scorda mai. Un nuovo disco uscito
poco dopo per l’etichetta Joker, intitolato semplicemente Enzo Jannnacci,
propone altri brani scritti insieme a Fo, come La luna è una lampadina
e T’ho cumprà i calsèt de seda, oltre al già citato Sei minuti all’alba.
1969
Maggio -
Ci ragiono e canto viene messo in scena nel cortile della Torcitura, una fabbrica di Borgomanero a sostegno delle maestranze.
Il successo cresceva al punto che "Nuova scena" decide di formare un terzo gruppo
di cui Franca Rame si accollerà il compito direttivo oltre quello di prima attrice.
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A sinistra: "L`operaio conosce 300 parole, il padrone 1000 per questo è lui
il padrone"
A destra: Franca Rame in "Il telaio"
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5 Novembre -Teatro della Gioventù, Genova: Franca, con la sua compagnia
va in scena con due nuove commedie di Fo:
L'operaio conosce 300 parole, il padrone 1000, per questo lui è il padrone
(video)
e sotto il titolo
Legami pure, tanto spacco tutto lo stesso! due atti unici: Il telaio
e
Il funerale del padrone.
A causa delle critiche che queste opere teatrali muovono allo Stalinismo e alle
posizioni socialdemocratiche del Pci, la tournèe viene pesantemente criticata e
sabotata dal vertice del Partito comunista. Decine di rappresentazioni vengono annullate.
È un momento molto duro.
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Causa le critiche che queste opere teatrali muovono allo stalinismo e alle posizioni
socialdemocratiche del Pci, la tournée viene pesantemente sabotata dal vertice del
Partito comunista. Decine di rappresentazioni vengono annullate. A Franca viene
negato lo spazio alla Camera del Lavoro di Milano dove avrebbe dovuto debuttare
(la compagnia, senza perdere tempo, né scoraggiarsi, 2 giorni dopo la cacciata dalla
Camera del lavoro trova ospitalità al "Circo Medini", un vero chapiteaux per spettacoli
equestri con tigri, leoni ed elefanti, per fortuna chiusi nelle gabbie. Luogo insolito
per uno spettacolo di prosa). Franca, indignata, riconsegna a Enrico Berlinguer,
segretario del PCI, la sua tessera (Dario non si è mai iscritto). Berlinguer indignato
a sua volta richiama all’ordine i segretari delle Case del Popolo, che rimettono
in programma gli spettacoli Fo-Rame, ma non facendo pubblicità alcuna! Franca troverà
buttati nei gabinetti i loro manifesti.
Nel secondo anno di attività a Milano, "Nuova Scena" non trova spazi teatrali dove
agire. Affitta quindi una vecchia fabbrica in disuso nei pressi di Porta Romana
tramutandola in un centro teatrale, che diventerà sede stabile del Collettivo:
Il Capannone di Via Colletta. Questo spazio viene gestito dal collettivo
teatrale e dal circolo
La Comune, un numerosissimo gruppo di associati, lavoratori e studenti,
intellettuali, che offrono un importante apporto creativo e organizzativo.
Durante l'estate Dario Fo intanto approfondisce la sua ricerca sui Vangeli apocrifi,
nasce così
Mistero buffo. Sperimenta la 'giullarata' con letture in Case del Popolo
e università prima del debutto vero e proprio che sarà il I° ottobre a La Spezia
al
Teatro Ariston.
Quest'opera si inserisce nel dibattito vivo in quel tempo fra gli studiosi di cultura
e tradizioni popolari. Con questa giullarata si vuol dimostrare che è falsa la tesi
secondo cui le classi sottomesse non posseggono una propria autonomia creativa,
ma che si ispirano imitandole alle opere della classe dominante.
È una vera e propria lezione di storia della letteratura, che parte dalla contestazione
delle antologie scolastiche, soffermandosi in particolare su
Rosa fresca e aulentissima, (video)uno
dei primi testi poetici presentato e commentato da dotti 'Soloni' delle università
come opera di trovatori eruditi. Nella lezione-spettacolo si sottolinea in particolare
la preoccupazione, alle volte spasmodica, di presentare questi contrasti mascherando
e censurando ogni gioco scurrile o allusione di satira politica che immancabilmente
affiora dalle 'giullarate'.
Dario Fo tenta di ricostruire il linguaggio e la ritmica dei giullari medioevali
e recita i loro monologhi rendendoli però accessibili al grande pubblico.
Il successo è incredibile: si replica addirittura nelle arene e nei palazzetti dello
sport con migliaia di spettatori. È lo spettacolo che più di ogni altro lo renderà
famoso nel mondo (oltre 5000 repliche).
Nel corso degli anni
Mistero Buffo si è arricchito di nuovi brani e temi tratti dalla tradizione
popolare e anche da quella greco-romana antica, nonché dalla scoperta di testi in
lingue primitive di tutta l’Europa, a partire da quelle d’oc e d’oil, germaniche
e catalane. Questi testi sono stati raccolti e inseriti in spettacoli diversi:
I Vangeli apocrifi,
Fabulazzo osceno, LaBibbia dei villani, La parte del leone e I Grammelot.